Informativa di Luigi Di Maio sulla morte dell’ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio: “Vittima di un vile agguato”.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è intervenuto in Parlamento per un’informativa sulla morte dell’ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio e sulla morte del carabiniere Iacovacci.
Informativa di Luigi di Maio sulla morte di Luca Attanasio, ambasciatore italiano in Congo
“Vorrei rinnovare la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime“, ha esordito Luigi Di Maio interrotto da un lunghissimo applauso. “È stato straziante accogliere le salme dei nostri due connazionali, vittime del vile agguato. Un ritorno a casa tragico. Nei nostri cuori abitano un dolore attonito e un orgoglio profondo per questi uomini. Luca era un giovane ambasciatore sul campo, un funzionario brillante e appassionato […]. Era innamorato del suo mestiere e della sua famiglia. Lascia tre figlie e la moglie. Vittorio una famiglia voleva formarla a breve. Il loro sacrificio illumina la vita dei molti diplomatici e militari che lavorano per difendere l’Italia e i nostri valori in Paese lontani e a rischio“.
“Non dobbiamo risparmiare nessuno sforzo per arrivare alla verità sulla loro morte“, ha proseguito il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
“Quanto è successo ha evidenziato il tema della sicurezza in alcuni Paesi. La Farnesina classifica la Repubblica democratica del Congo in terza fascia di rischio su quattro”, ha proseguito il ministro degli Esteri.
“L’ambasciata è dotata di due vetture blindate con le quali l’ambasciatore si spostava, sempre con un carabiniere a tutela. Ambasciatore e carabiniere si sono affidati al programma delle Nazioni Unite per lo spostamento. La missione si è svolta su invito delle Nazioni Unite. Ho immediatamente chiesto al Pam e alle Nazioni Unite di fornire un rapporto dettagliato sull’agguato al convoglio Onu“.
La ricostruzione dell’attacco al convoglio Onu
“La mattina del 22 febbraio, il convoglio è stato attaccato da uomini armati con armi leggere. L’ambasciatore era arrivato a Goma venerdì 19. In base alle prime ricostruzioni, la prima autovettura sarebbe stata oggetto di colpi di arma da fuoco […]. Il gruppo avrebbe costretto i mezzi a fermarsi ponendo ostacoli sulla strada ed esplodendo colpi di arma da fuoco. I sei assalitori hanno ordinato ai passeggeri di scendere dai veicoli. Il rumore dei colpi esplosi ha allertato i ranger. Gli assalitori, ucciso l’autista del Pam, ha portato i prigionieri nella foresta. Quando i ranger hanno raggiunto gli assalitori, questi avrebbero rivolto le armi verso il carabiniere italiano, morto, e l’ambasciatore italiano, ferito a morte […]. Le informazioni raccolte andranno verificate dalla Procura di Roma“.